L’aministratore di condominio ha un incarico temporaneo. Normalmente gli atti di conferimento di incarico professionale non prevedono un rinnovo tacito.
Conseguentemente, ogni condominio può liberamente decidere di sostituire, o meglio di revocare, il proprio amministratore di condominio alla scadenza del mandato.
Come si revoca l’amministratore?
Alla fine del mandato, la maggioranza dei presenti in assemblea e almeno la metà dei millesimi del condominio può deliberare di revocare l’amministratore e di nominarne uno nuovo.
In mancanza, si deve convocare un’assemblea straordinaria per la nomina di un nuovo amministratore.
Tale assemblea può essere convocata autonomamente dall’amministratore revocato oppure, qualora lo stesso non vi provveda, dai condomini.
Per la validità dell’assemblea richiesta dai condomini è necessario:
- che la convocazione dell’assemblea venga richiesta al “vecchio” amministratore da almeno due condomini o da tanti condomini che rappresentino almeno un sesto dei millesimi del Condominio;
- che l’amministratore uscente invii l’avviso di convocazione entro 10 giorni dalla richiesta.
Solo se l’amministratore “vecchio” non si attiva i condomini interessati possono convocare autonomamente l’assemblea.
La convocazione da parte dei condomini, pena l’invalidità, dovrà contenere l’ordine del giorno; il luogo e la data nonchè l’ora in cui si svolgerà la riunione in prima e in seconda convocazione; e, infine, il nominativo e firma dei convocanti.
Tale iter deve essere necessariamente rispettato al fine di evitare l’annullamento dell’assemblea.
Si può cambiare amministratore di condominio prima della fine dell’incarico?
Durante la vigenza dell’incarico, l’amministratore può essere revocato da ogni singolo condomino solo si sia macchiato di gravi negligenze e/o irregolarità.