Spedire una lettera ai propri futuri eredi anticipando loro le proprie ultime volontà e chiarendo come ripartito, alla sua morte, il suo patrimonio, vale come testamento?
La Cassazione risponde affermativamente.
Secondo la Corte, la lettera, indirizzata a una o più persone, a prescindere dal fatto che queste siano o meno gli eredi, può essere considerata un valido testamento.
A tal fine serve che si evincano, dal testo, le ultime volontà del testatore e che la lettera sia scritta di pugno dal testatore e dallo stesso sottoscritta firmata.
In definitiva, non rileva la forma, ma che il documento contenga le disposizioni di un soggetto per il tempo in cui avrà cessato di vivere.
Del resto, da sempre la giurisprudenza ha ritenuto che il testamento olografo possa essere redatto in qualsiasi forma, purché in presenza di elementi univoci, quali la sottoscrizione del testatore e l’espressione della sua volontà testamentaria.